Articolo apparso su
L'APERITIVO ILLUSTRATO - Rivista di arte, cultura e società
Aprile 2008

IL RADAR

 

Aperitivo illustrato aprile 2008

 

Solo Testo:

        Antonio Fucci

Durante la Seconda Guerra Mon-
diale, agli albori del conflitto elet-
tronico, divenne sempre piu spie-
tato il confronto tra gli scienziati,
sempre pronti a sfruttare le nuove
scoperte tecniche allo scopo di
prevaricare l’avversario con l’in-
gegno. ll periodo non passa alla
storia soltanto per lo sconvolgen-
te utilizzo della bomba atomica
ma anche per I’impiego di un’ar-
ma strategica molto piu raffinata
ed affascinante: il Radar. Per
quanto oggi esso sia diventato un
mezzo estremamente diffuso in
campo militare e civile, risulta
difficile rendersi conto dei forti
vantaggi che tale strumentazione
offrì in quegli anni. Vero e proprio
prolungamento ed ampliamento
della capacità della vista umana,
l’uso delle onde elettromagneti-
che per scovare e rilevare le insi-
die anche di notte deve aver sicu-
ramente sconvolto il panorama
bellico. Gia dal 1939, grazie al
Professore Ugo Tiberio ed il pro-
fessore Carrara, l‘Ita|ia disponeva
di tre prototipi di Radio Detector
Telemetri (cosi venivano chiamati
in italiano), in grado di rilevare
bersagli di tonnellaggio medio
alla distanza di 12 Km ed un ae-
roplano alla
distanza di
8OKm. Nono-
stante i buoni
risultati pratici,
tuttavia, la diffi-
coltà di fare
e s p e r i e n z e
risolutive da
una parte e lo
scarso interes-
se che le socie-
tà industriali
dimostrarono per un‘ idea con un
rendimento economico incerto
dall'altra, portarono all' abbando-
no del progetto. L’ importanza di
poter disporre in Italia di apparec-
chiature di radiolocalizzazione fu
rivalutata soltanto dopo le pesanti
perdite subite dalla nostra Regia·
Marina nella notte tra il 28 e il 29
marzo del 1941 a Capo Matapan,
quando i dubbi che la Marina
Inglese disponesse di apparec-
chiature analoghe divennero cer-
tezza. Purtroppo noi italiani siamo
fatti così... subito a correre ai
ripari e alla perenne ricerca del
tempo perduto! Dopo anni di
inattività furono rispolverati in
gran fretta i vecchi prototipi fino
ad allora realizzati .
Nacquero due nuovi apparati: il
"Folaga” per la vigilanza costiera
ed il "Gufo" per impiego navale.
La loro installazione fu però limi-
tata a sole poche unità per via dei
ben noti tragici eventi bellici. Non
è il solito ragionare con il senno di
poi, ma l’utilizzo di questo specia-
le apparato sin dall' inizio del
conflitto avrebbe fatto risparmiare
all'Italia ingenti perdite di vite
umane e di mezzi. Lo sviluppo
tecnologico nel frattempo ha fatto
passi da gigante ed il Radar lo
troviamo installato a bordo di
aerei, navi e molti altri mezzi di
trasporto di massa; sempre più
spesso ci viene addirittura pro-
posto quando acquistiamo una
nuova automobile come optional
per poterci aiutare nei parcheggi
e nella guida. Da utile è diventato
fondamentale ed a volte troppo
accomodante.